Pusateri Maker, un lavoro per diletto

Cosa significa “fare il maker”? Parola come tante inglesi che sono state assorbite dall’italiano perché in realtà non esiste una traduzione precisa ed esatta.

Dire “creativo”? si.

Dire “inventore”? si.

Dire “artista”? si.

Dire “artigiano”? si.

Dire “tecnico”? si.

Dire “disegnatore”? si.

…e potrei aggiungere altri termini, sarebbe lunga la lista! In pratica un maker è un curioso che elabora-rielabora tecniche e materiali per creare cose con metodiche “prestate” da varie sfere tecnico-scientifiche.

Fonde e applica competenze trasversali per dare vita a progetti e concretizzarli fisicamente. Non si limita solo alla teoria, anzi. Quasi tutto si basa su prove e prototipi.

Un maker utilizza tecnologie (elettronica, elettricità, robotica, informatica, etc.) e arti tradizionali (meccanica, idraulica, saldatura, falegnameria, etc.) e da’ vita a progetti.

Pusateri Maker è questo: curiosità prima di tutto. E realizzazione dei progetti per dar vita alle sue idee.

Il materiale “legno” è il preferito col quale realizza di tutto di più. Cimentato soprattutto nella realizzazione di piccoli oggetti come complementi per la tavola, giocattoli e vari arredamenti d’interni.

Oggi, nel 2023, i progetti sono quelli di iniziare ad ampliare l’uso del ferro e quindi saldare e utilizzare anche carta e cartone. Per sua scelta i materiali sintetici come la plastica e il plexiglass sono reclusi a piccoli progetti, quasi assenti. Usare solo ciò che è al tatto “naturale”: questa è l’idea.

Si sposa bene anche il concetto di upcycling, cioè il riuso di oggetti e materiali trasformandoli in qualcosa di superiore, di maggior valore aggiunto. Così gli oggetti acquisiscono nuova vita “upgradandoli” a qualcosa di più evoluto che ne rivaluta l’efficienza e l’efficacia dello stesso oggetto dalla sua veste originaria.


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